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Rubrica Legale

Stop alle multe notificate sulle pec dei professionisti

 

È ormai nota da anni la prassi della Polizia Municipale di notificare le infrazioni stradali dei liberi professionisti ai loro indirizzi pec.

Eppure le sanzioni devono essere comunicare al privato automobilista e non al commercialista, all’architetto o all’avvocato, poiché a dover essere sanzionata è la condotta del conducente, no la professione dello stesso. 

Tra l’altro, non si pensa al grave rischio che altre persone vengano a conoscenza della violazione commessa, perché magari sono autorizzate a visionare la pec del destinatario per questioni non solo lavorative.

Dopo tantissimi reclami, nel 2020 il Garante della privacy aveva tentato di arginare l’utilizzo improprio dei registri ini-pec da parte dei vigili urbani, per le ricerche massive degli indirizzi di posta elettronica certificata. 

Infatti, con nota n. 18521 del 20 maggio 2020 l’Autorità aveva stabilito la decadenza dell’obbligo di notifica via pec quando ci si trovi di fronte “a indirizzi pec di chiara matrice aziendale”.

Nonostante questo primo parere del Garante, diversi Corpi di Polizia Locale continuavano ad effettuare ricerche massive. 

Pertanto, il 27 ottobre 2021, il Garante della Privacy è tornato sul punto con nota DPR/PS/147434 resa nota dal Ministero dell’Interno il 17 novembre 2021. 

L’Autorità ha bloccato le notifiche delle multe stradali tramite pec ai professionisti, se il loro indirizzo di posta elettronica certificata non appare come strettamente personale. Non può considerarsi tale l’indirizzo Pec assegnato dall’Ordine professionale di appartenenza. 

Tale misura ha lo scopo di proteggere la privacy del destinatario dal rischio che altre persone, che lavorano con lui o che comunque possono accedere alla sua casella professionale, possano entrare a conoscenza della sanzione amministrativa.

Pertanto, il Garante ha tentato di bloccare l’individuazione delle caselle pec attraverso le c.d. “ricerche massive”. La ricerca massiva nell’Ini-Pec, utilizzando il codice fiscale del proprietario del veicolo, consente solo di individuare una casella riferibile al destinatario. Invece, fondamentale è valutare, caso per caso, se tale casella è di esclusivo uso personale oppure accessibile anche ad altre persone.

Non essendoci possibilità di conoscere le abitudini lavorative ed organizzative dei destinatari, il Garante ha ritenuto opportuno vietare le notifiche via pec, procedendo a quella cartacea classica.

La situazione allora potrebbe cambiare quando sarà attivo l’Indice nazionale dei domicili digitali delle persone fisiche, dei professionisti e degli altri enti di diritto privato non tenuti all’iscrizione in albi, elenchi o registri professionali o nel registro delle imprese (Inad).

In tal caso, il professionista potrà registrare due diversi indirizzi pec sul registro Inad, specificando che uno di questi è per meri fini personali. Quindi, una volta consultato il registro Inad, non sarà più necessario chiedersi se una casella pec viene utilizzata per lavoro oppure no: il dato appare in automatico e rispecchia la scelta fatta dal titolare della casella al momento dell’iscrizione nell’elenco.

Nel frattempo, chi avrà ricevuto la notifica di una multa via Pec, grazie ad una ricerca indiscriminata e illecita nel registro Ini-Pec, potrà fare ricorso entro 30 giorni dalla notifica al Giudice di Pace oppure entro 60 giorni dalla notifica dinnanzi al Prefetto.