Sovente capita di leggere riguardo numerosi casi di cani abbandonati in auto e salvati all’ultimo solo grazie alla tempestiva segnalazione dei passanti.
Il fenomeno è fortemente esteso nel periodo estivo, quando molte persone non si rendono conto del pericolo e ritengono che basti lasciare aperto una fessura di finestrino per assicurare il ricambio d’aria all’animale.
Ma cosa succede se, per disattenzione o per dimenticanza, si dovesse lasciare chiuso il cane nell’abitacolo da solo e per ore?
Il proprietario di un animale domestico dovrebbe essere consapevole del fatto che gli animali vanno trattati esattamente come se fossero essere umani e, dunque, la loro cura deve essere costante, in qualsiasi momento.
Lasciare un cane in macchina, quindi, può comportare gravi conseguenze, soprattutto di carattere penale, per la sofferenza procurata all’animale dall’incuria e dalla negligenza dei padroni.
Di fatti ai sensi dell’art. 727 del Codice Penale chiunque abbandona animali domestici o che abbiano acquisito abitudini della cattività è punito con l’arresto fino ad un anno o con l’ammenda da 1.000 a 10.000 euro. Alla stessa pena soggiace chiunque detiene animali in condizioni incompatibili con la loro natura, e produttive di gravi sofferenze.
Con la recente sentenza n. 36713/2021 dell’8 ottobre 2021 la Corte di Cassazione è tornata sul tema, precisando alcuni punti interpretativi in merito al delitto appena descritto.
Il caso oggetto di giudizio derivava dall’impugnazione della condanna per un’ammenda di 4.000 Euro emessa dal Tribunale di Trapani a carico di due signori colpevoli di aver lasciato due cagnolini all’interno di un’autovettura parcheggiata lungo la pubblica via, senza acqua e senza possibilità di movimento per tutta la notte.
La Suprema Corte, respingendo il ricorso proposto dai due imputati, ha chiarito come lasciare il proprio cane in macchina per ore “per dimenticanza, strafottenza o poca sensibilità verso i suoi bisogni” integri un reato che si configura anche in assenza di lesioni fisiche.
La natura contravvenzionale di detta fattispecie criminosa fa sì che la condotta posta in essere dall’uomo non richieda la volontà di ledere l’animale, è sufficiente che sia determinata da mera colpa desumibile da condizioni oggettive di incuria o di negligenza.
Di fatti la norma è volta ad evitare a monte che l’animale riversi in condizioni di detenzione o custodia tali da infliggergli un dolore che ecceda la soglia di tollerabilità.
Dunque, lasciare solo un animale in macchina per ore rappresenta una forma di detenzione incompatibile con la natura degli stessi e può arrecare loro gravi sofferenze.
Tali sofferenze non necessitano di prova, in quanto sono facilmente desumibili dal contesto in cui si constata la violazione normativa, e sono le stesse che poi configurano l’elemento costitutivo della fattispecie.