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Rubrica Legale

Alcoltest ed etilometro: gli oneri di manutenzione del comune

Il Codice della Strada prevede alcune sanzioni nel caso in cui il guidatore sia colto in stato di ebrezza o di alterazione da sostanze stupefacenti all’atto della guida. Le conseguenze, civili e penali, sono descritte dall’art. 186 Cds, il quale opera una divisione in tre fasce di gravità.

Facile capire come, in una situazione simile, il momento di effettuazione dell’alcoltest sia di primaria importanza; tale operazione va svolta in modo assolutamente compatibile con quanto previsto dalla legge, la quale richiede che l’apparecchio sia omologato e sottoposto a periodica revisione.

Cosa succede in mancanza dei predetti requisiti?

La questione è stata risolta dalla Corte di Appello di Venezia nel marzo 2021. La vicenda ha inizio nell’agosto 2012 quando R.B. era stato fermato dai carabinieri di Valdobbiadene che, dopo un accertamento con etilometro Seres, avevano riscontrato un tasso alcolemico pari a 3.70 g/l e, quindi, gli era stata attribuita la massima gravità della violazione, ossia il sequestro del veicolo e il ritiro della patente.

L’uomo si era recato all’ospedale di Montebelluna per un accertamento mediante esami del sangue, che avevano però fatto emergere un esito totalmente opposto, ossia un valore di 0,1 g/l.

Nel corso del procedimento penale veniva prodotta una perizia tecnica sullo strumento di rilevazione che ne aveva accertato l’inaffidabilità per carenza di idonee manutenzioni e verifiche, come da due pronunce già precedentemente emesse dal Tribunale di Treviso (di cui una relativa ad un fatto verificatosi circa due mesi prima), oltre ad una perizia medico-legale che evidenziava l’incompatibilità assoluta tra il dato dell’etilometro e quello ben più valido dell’accertamento con prelievo ematico effettuato di lì a poche ore.

Dopo il primo grado, la Corte d’Appello di Venezia ha accolto la richiesta risarcitoria, riconoscendo che ogni obbligo di manutenzione dell’etilometro era a carico del Comune di Valdobbiadene e non ai carabinieri, che non erano tenuti alle verifiche sullo stesso.

Lo strumento era infatti di proprietà della Provincia di Treviso, la quale aveva concesso l’etilometro in comodato d’uso al Comune di Valdobbiadene ma la convenzione tra i due enti prevedeva espressamente che gli obblighi di manutenzione e di verifica fossero a carico del Comune.