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Rubrica Legale

Costi di recesso della telefonia mobile

Il 6 novembre 2018 è stata pubblicata la delibera dell’Agcom n. 487/18/CONS che adotta le “Linee guida per la determinazione delle spese di dismissione e trasferimento dell’utenza” a supporto degli operatori di servizi di telefonia, di servizi televisivi e servizi di comunicazione elettronica, definite a seguito dell’entrata in vigore della Legge annuale per il mercato e la concorrenza (Legge n. 124/2017, del 4 agosto 2017) che ha modificato, tra gli altri, l’articolo 1, commi 1 e 3 del c.d. Decreto Bersani, con particolare riguardo ai costi di recesso a carico degli utenti, in caso di cessazione dei contratti legati a servizi di telefonia o televisivi.

In particolare, la direttiva Agcom impedisce l’applicazione di costi immotivati da parte degli operatori telefonici nel passaggio dell’utente ad altro fornitore a partire dal 14/1/2019. Sul punto, deve aversi riguardo di quanto sostenuto dall’Agcom che “CONSIDERATE le criticità legate alla prassi degli operatori di imputare costi di recesso non commisurati al valore del contratto e alle reali spese sostenute dall’operatore per la disattivazione della linea e per il trasferimento dell’operatore”, ha ritenuto opportuno garantire all’utenza la possibilità di scegliere le offerte maggiormente rispondenti al proprio profilo di consumo, anche sulla base degli eventuali costi che verrebbero loro imputati in caso di recesso anticipato.

Quali sono le novità e cosa cambierà con le nuove regole Agcom?

L’Autorità ha tracciato ed analizzato tre aspetti sostanziali dei costi di uscita, che incidono direttamente sulla libertà di opzione del consumatore che si trova bloccato a un gestore a causa di questi costi elevati di uscita.

  1. La prima novità attiene ai costi di recesso di base, cioè quei costi che l’utente paga all’uscita del contratto, e che attualmente consistono in una cifra fissa che si attesta sui 35/50 euro.  La direttiva ha stabilito che gli stessi debbano essere commisurati alle spese sostenute dagli operatori per la disdetta e al valore residuo del contratto, quindi non si potrà applicare un costo maggiore ai canoni mensili restanti.
  2. Altra novità è quella dei costi di disdetta prima della scadenza di una promozione. Gli stessi devono essere proporzionati al valore del contratto e alla durata della promozione, quindi il cliente dovrà pagare un costo per la disdetta anticipata, sempre più basso man mano che ci si avvicina alla scadenza del contratto stesso. Prima invece, se prima vi era una un’offerta di rete mobile o fissa ad un prezzo ufficiale di 20 euro (per 2 anni) e scontato per un anno a 10 euro, il gestore al momento del recesso richiedeva la somma di euro 120,00 per l’anno di sconto goduto. Oggi tale formula cambia: l’utente deve restituire una media tra il costo ufficiale dell’offerta e quello scontato (quindi 5 euro al mese, invece di 10). Dal secondo anno, inoltre, quando comincia a pagare il prezzo ufficiale (20 euro nell’esempio), questo importo scende della stessa cifra (5 euro al mese). Fino ad azzerarsi, quindi, per chi disdice l’ultimo mese.
  3. Infine, i costi per le rate residue di eventuali prodotti, per i quali è stato previsto che non saranno più richieste tutte le rate in un’unica soluzione al momento della cessazione anticipata ma, si continueranno a pagare i prodotti a rate. Infatti, un forte deterrente al cambio operatore era l’obbligo a pagare d’un colpo (sempre in caso di disdetta anticipata) tutte le rate residue di uno smartphone o di un modem incluso nel contratto. Potevano continuare a pagare a rate residue soltanto coloro che disdicevano rifiutando la modifica unilaterale del contratto da parte dell’operatore.

Oggi, gli operatori di telefonia mobile e fissa si stanno adeguando lentamente alle regole dell’Agcom sui tagli dei costi di disdetta, di rate residue e di recesso base, soprattutto dopo aver perso il ricorso dinnanzi il Consiglio di Stato, al quale le compagnie telefoniche si erano rivolte in opposizione alle nuove linee dell’Agcom. Per tale ragione, chiunque abbia disdetto un contratto di telefonia fissa o mobile, da gennaio 2019 in poi, potrà avvalersi delle nuove regole Agcom in materia.